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Buon compleanno, BUON COMPLEANNO, ELVIS.

2025-03-29 11:18

Luigi Salerni

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Buon compleanno, BUON COMPLEANNO, ELVIS.

PRENOTA LA TUA EDIZIONE… clicca sulla foto della copertina per scoprire     Era la metà esatta degli anni novanta. Avevo 15 anni. Da pochi anni avevo

 

 

 

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Era la metà esatta degli anni novanta. Avevo 15 anni. Da pochi anni avevo iniziato a suonare la chitarra; non ero esattamente Brian May, anche se il chitarrista dei Queen era quello per cui avevo deciso di iniziare a suonare. Oh, io la chitarra la suonavo già da bambino, mi bastava una racchetta giocattolo e tanta immaginazione, per trovarmi sui palchi di mezzo mondo a macinare assoli su assoli. Ma quando decisi di fare un upgrade e passare dalla racchetta ad una chitarra (classica) vera, la spinta me la diede proprio sir Brian. 

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Avevo 15 anni, dicevo. E alcuni compagni di liceo che diventarono presto amici e, anche se non so esattamente in quale parte del mondo siano ubicati oggi, amici lo sono rimasti e lo saranno per sempre. Con loro ci passavamo le versioni di latino e greco, i compiti di matematica ma, soprattutto, tantissime cassette - all’epoca si difendevano ancora - e cd, tantissime opinioni e la voglia di scoprire tanta, splendida musica. A quell’epoca io avevo già completato la mia transazione dal rock classico (i Queen, dicevamo; ma anche i Beatles, gli U2, i R.E.M., i Nirvana, il neo punk di Offspring e Green Day…) al metal, prevalentemente Iron Maiden, Metallica, Megadeth, Judas Priest, Mercyful Fate e tutto il movimento power metal, capitanato dagli Helloween, che di lì a poco sarebbe esploso nella nuova ondata di neo-power che affollò gli scaffali di dischi di un sacco di musica di ottima qualità fra il 1997 e i primi 2000, prima che i System Of A Down, gli Slipknot, i Linkin Park, i Limp Bizkit e tanti sodali urlanti e rappeggianti contaminassero il mio sacro metal (ci sono voluti anni prima di far pace con alcuni di loro…lo so! Sono restìo alle novità e la mia comfort zone la abbandono mal volentieri!). Come tutti i defenders di 15 anni, ai tempi, manifestavo ad ogni occasione tutto il mio sdegno per la musica italiana, con sole pochissime eccezioni che, ai tempi, si chiamavano De André, Jovanotti, 883, Litfiba ma, soprattutto, Ligabue. 

Il Liga, infatti, era quello che ci accomunava, fra compagni di scuola e strimpellatori di chitarra, quello di cui suonavamo tutte le canzoni all’autogestione, ai compleanni, alle pasquette o quando facevamo “filone” che, però, allora chiamavamo sciopero per sentirci più legittimati a saltare la scuola in un giorno di sole. In quegli anni lì, Ligabue aveva già pubblicato tre dischi di ottimo livello e un album, A che ora è la fine del mondo, che lui stesso definì una raccolta di “schegge sparse”, sorta di album di transizione fra la prima parte della carriera e ciò che verrà immediatamente dopo. 

Nel 1995 si scioglie il sodalizio con i Clan Destino, band che lo aveva accompagnato in studio e dal vivo fino a quel momento, e inizia la collaborazione fortunatissima con La Banda, che darà vita ai più grandi successi commerciali dell’artista emiliano. Il primo risultato nato da questo nuovo matrimonio artistico è Buon Compleanno, Elvis, un disco che solo a nominarlo mi catapulta alle atmosfere e alle sensazioni descritte poc’anzi. Un album che ho consumato di ascolti, che ho suonato all’inverosimile (ancora adesso, se prendo la chitarra acustica in mano, Leggero mi esce fuori dalle dita in automatico), di cui conosco ogni singola nota e parola a memoria: insomma, uno di quei dischi che, in un modo o nell’altro, ti entrano nel cuore. E credo che per tutti i Liga - fans, anche per quelli che, come me, lo hanno abbandonato da qualche decennio, sia indubbiamente il disco che più di tutti è rimasto nella memoria come IL disco di Ligabue per antonomasia. 

Deve saperlo bene, Luciano, che infatti, per celebrare il trentennale del suo album più amato, ha confezionato una graditissima sorpresa per tutti i suoi fans, dando vita ad un progetto che riveste di nuova luce l’album, sia sotto l’aspetto artistico che dal punto di vista più strettamente commerciale. Un’opera omnia che vedrà l’album uscire in sette formati diversi il prossimo 18 aprile, con qualche anticipazione in formato digitale, cui seguiranno la prossima estate due eventi live, sempre per celebrare i 30 anni di Buon Compleanno, Elvis, a Reggio Emilia il 21 giugno e alla Reggia di Caserta il 6 settembre. C’è tanta curiosità, soprattutto per la versione Naked e per quella Demos + Rarities: la prima “sveste” le canzoni che compongono l’album, risuonate in acustico anche se questa definizione sta un po’ stretta al rocker emiliano che preferisce, invece, definire queste reinterpretazioni come “versioni spoglie, più vicine alla versione di quando furono scritte”; la seconda, invece conterrà le demo e qualche rarità sempre relativa ai brani di Buon Compleanno, Elvis. Ma, in generale, la release è davvero interessante, dal momento che le altre versioni non suscitano minor curiosità; dalle live version di ben 8 dei 14 pezzi che compongono l’album, alla versione rimasterizzata con l’apporto del produttore Fabrizio Barbacci, alla versione Tales in cui Luciano racconta la genesi di tutti i brani. Insomma, carne a cuocere ce n’è tanta, il progetto è così ambizioso che non può non destare l’attenzione di fans e addetti ai lavori anche se, alla fine della fiera, quello che davvero conta, per un vecchio fan che se l’è perso per strada come me, è di festeggiare alla grande, insieme al suo autore, i 30 anni di un disco che si porta la sua età bene come non mai (non a caso la definizione di “album senza tempo” che gli ha dato lo stesso Ligabue, a mio avviso calza alla perfezione), di canzoni come Vivo, morto o XHai un momento, Dio?Seduto in riva al fossoVivaQuella che non seiI ragazzi sono in giro, la già citata Leggero, la title-trackLa forza della banda che ancora oggi hanno la forza di evocare i miei 15 anni, l’America di Elvis, la provincia emiliana e sogni di rock’n’roll